Pubblicati su Communication Earth & Environment i risultati di esperimenti di carico in-situ nella laguna di Venezia che rivelano come l'autocompattazione delle barene sia fortemente influenzata dalle caratteristiche e dall'eterogeneità del suolo.

Negli ultimi decenni le barene, morfologie vegetate prevalentemente emerse in ambienti tidali, sono diminuite drasticamente in tutto il mondo. Il loro deterioramento è causato dalla scarsità di sedimenti, dall'erosione e dall'accelerazione dell’innalzamento del livello del mare. I feedback tra questi processi controllano l'evoluzione delle barene e ne determinano la sopravvivenza a lungo termine. Per sopravvivere le barene devono tenere il passo con l'innalzamento del livello relativo del mare continuando  ad aumentare di quota. L'aggradazione delle barene dipende principalmente dall'interazione tra sedimentazione e compattazione naturale (detta anche autocompattazione) di sedimenti poco profondi, depositati di recente e non consolidati.

Ricercatori dell'Università di Padova (ICEA), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IGG e ISMAR), dell'Università di Wageningen e dell'Istituto di Ricerca Deltares hanno pubblicato un nuovo studio sui risultati di due esperimenti di carico in-situ, volti a fornire nuove conoscenze su come il sottosuolo influisce sulla sopravvivenza delle barene.

Per la prima volta, la compattazione delle barene è stata monitorata in condizioni indisturbate, sotto una forza di stress controllata (simile a un test di laboratorio) consentendo di superare le problematiche delle eterogeneità laterali e verticali locali (ad esempio, quelle legate alle radici delle piante).

Le grandi differenze nel comportamento e nella massima compattazione tra le barene dominate da sedimento inorganico e organico (6 vs 32 mm) sottolineano il ruolo cruciale dell'autocompattazione e dell'eterogeneità del sottosuolo più superficiale nel prevedere il destino delle barene costiere in tutto il mondo.

Riferimento bibliografico

Per ulteriori informazioni: Luigi Tosi (CNR-IGG, luigi.tosi(at)igg.cnr.it)