Litio in Italia: dai fluidi profondi una risorsa per la transizione energetica
Uno studio da poco pubblicato da un team di ricercatori dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR definisce il potenziale per il ritrovamento di giacimenti di litio nel territorio italiano. Il contesto geologico italiano non è dei più favorevoli per i giacimenti di litio convenzionali (pegmatiti e salars), anche se alcune situazioni In Sardegna, Calabria e nell’arco alpino meriterebbero un approfondimento. È peraltro presente un alto potenziale per risorse litinifere non convenzionali in fluidi profondi utilizzabili in modo sostenibile e con basso impatto ambientale.
Un’accurata revisione dei dati geologici, mineralogici e geochimici disponibili sul territorio nazionale ha permesso di individuare due aree principali ad alto potenziale: la fascia vulcanico-geotermica peritirrenica (Toscana-Lazio-Campania) dove in passato sono stati intercettati fluidi geotermici con concentrazioni di litio fino a 480 mg/l e la fascia al fronte della catena appeninica (da Alessandria fino a Pescara) dove sono presenti manifestazioni termali, con contenuti in litio fino a 370 mg/l, associati spazialmente a giacimenti di idrocarburi.
Riferimento Bibliografico:
Dini A., Lattanzi P., Ruggieri G. and Trumpy E. (2022) Lithium Occurrence in Italy—An Overview. Minerals, 12, no. 8: 945. https://doi.org/10.3390/min12080945
Per ulteriori informazioni: Andrea Dini (CNR-IGG) - andrea.dini@igg.cnr.it