La microsonda elettronica è uno strumento mediante il quale è possibile effettuare analisi chimiche qualitative (individuazione degli elementi presenti) e quantitative (dosaggio del contenuto % degli elementi presenti) su volumi estremamente piccoli (dell’ordine di pochi metri cubi) di campioni solidi opportunamente preparati. La microsonda elettronica può analizzare tutti gli elementi, a partire dal Carbonio, con una precisione dell’1-2% per gli elementi maggiori e del 5-10% per quelli minori. Il limite di rilevabilità varia a seconda dell’elemento analizzato e della sua matrice, ma può raggiungere 30 parti per milione (ppm). La microsonda è uno strumento comunemente utilizzato nell’analisi di materiali geologici (minerali, vetri), le cui applicazioni spaziano in ambiti assai vasti: dalla metallurgia, alla scienza dei materiali, alla medicina e ai beni culturali. Fatta salva la preparazione del campione (che consiste nell’allestimento di una superficie piana e lucida) l’analisi si può considerare non distruttiva, in quanto lascia inalterato il campione.

L’analisi in microsonda sfrutta i raggi X caratteristici (fotoni) che ogni elemento emette quando viene bombardato con un fascio di elettroni di sufficiente energia. Attraverso la misura dell’intensità di queste emissioni X, per confronto con le intensità ricavate da materiali a composizione nota e tenendo conto dell’effetto dei fenomeni legati alle interazioni dei raggi X con la materia, è possibile risalire alla concentrazione degli elementi presenti nel campione ignoto.