Le ecoregioni oceaniche e la conservazione della biodiversità marina

L’identificazione di ecoregioni oceaniche e lo studio delle loro interazioni in termini di connettività degli ecosistemi che le popolano, è fondamentale per la gestione ambientale e la conservazione delle specie. Queste ecoregioni, infatti, forniscono una base per lo studio di problemi complessi, come il controllo della diffusione di specie invasive o la realizzazione di aree marine protette efficaci.

Di recente, un lavoro realizzato da ricercatori del CNR di Pisa e del Georgia Institute of Technology (Georgia Tech) di Atlanta, pubblicato sulla rivista Nature Scientific Reports, ha proposto un nuovo metodo per localizzare le ecoregioni, e studiarne cambiamenti e connettività. Questo metodo contribuisce a verificare la vulnerabilità degli ecosistemi ai cambiamenti presenti e a predire l’evoluzione della connettività nel futuro.

Per l’analisi delle ecoregioni e delle loro connessioni, il team, composto dalla Dott.ssa Lyuba Novi, dal Dott. Fabrizio Falasca, e guidato dalla Prof. Annalisa Bracco, ha adattato una metodologia sviluppata presso la Scuola di Computer Science nel College of Computing a Georgia Tech. L’intuizione fisica alla base di questo lavoro si basa sul fatto che la temperatura superficiale del mare dipende su larga scala dai flussi di calore atmosferici, ma su scale più piccole (decide di chilometri) contiene informazioni relative alle correnti marine: l’andamento temporale della temperatura in un punto del mare e quella di un altro punto “connesso” tramite una corrente marina sono fortemente correlate. Il metodo identifica regioni uniformi nelle loro proprietà fisiche e di trasporto, per poi connetterle tra loro qualora il segnale si propaghi da una regione ad un’altra, usando una tecnica di apprendimento automatico (machine learning in inglese).

I risultati dello studio hanno evidenziato l’esistenza di ecoregioni marine ben distinte, che sono cambiate in modo significativo nel periodo analizzato.

Leggi l'articolo completo di Lyuba Novi (IGG-CNR) e Annalisa Bracco (Georgia Tech) e pubblicato sul Quotidiano della Sostenibilità ambientale Rinnovabili.it.